Via Agonale (R. VI – Parione) (piazza Navona a piazza di Sant'Apollinare)
La via che dal "Campus Agonis", così chiamato attorno al 1000 e trasformatosi poi in “Nagone”, “Navone”, “Naona” e “Navona”, porta dalla piazza omonima in piazza della “Scorticchiara”, l’attuale piazza di Sant’Apollinare [1].
La strada fu aperta da Paolo III (Alessandro Farnese - 1534-1549), appunto al termine della curva che lo Stadio [2] Domiziano faceva nella parte lunata, dirimpetto ai "Carceres" che si trovavano dal lato di via della Cuccagna.
La "via tendens a plateola caldariorum" od anche chiamata "via in capite Agonis", fu allargata da Giulio III (Giovanni Maria Ciocchi dal Monte - 1550-1555) demolendo due fabbricati di proprietà dei Sanguigni, che in quella parte dello stadio avevano vari edifici che facevano capo alla torre omonima.
Il documento che attesta l’abbattimento delle case che facevano angolo, dice: "Indict.ne Xiiij die vero 26 augusti 1551. Quietatio pretii duarum domorum illorum de Sanguineis demoliendarum pro dilatatione vie Agonis... quarum una sita est versus plateam Agonis et alia versus plateam sancti Apollinaris...".
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[1] Vedi “Piazza Apollinare” (Ponte)
[2] ) In Grecia il luogo delle corse era detto stadio, perché in origine la lunghezza dell’edificio era di uno stadio, cioè di 125 passi (m. 184) fu in seguito, che in senso traslato, stadio indicò un luogo destinato ad esercizi ginnici, come corsa, salto, pugilato, ecc.
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